ma il Dobermann impazzisce veramente a 7 anni?

vita da dobermann_la leggenda della pazzia del Dobermann

La pazzia del Dobermann è una leggenda che tuttavia ancora oggi incute timore in coloro che non conoscono questo splendido cane. Negli anni ha contribuito a dare al Dobermann una pessima reputazione di cane inaffidabile e follemente aggressivo, aspetti che assolutamente non appartengono a questa razza, anzi, il Dobermann è un cane estremamente affidabile e pacifico e la sua aggressività si manifesta solo ed esclusivamente in situazioni di pericolo per il proprietario o per la famiglia-branco del Dobermann, che si attiva e interviene per istinto di difesa e protezione. 

La leggenda narra che il Dobermann sia un cane creato in laboratorio con un miscuglio di DNA sintetici uniti in provetta e che questa sua origine artificiale abbia sviluppato nel cane una specie di anomalia, raggiunti i sette anni di età il cervello (pare che in alcune versioni di questa leggenda non solo il cervello ma anche i denti) cresca più della scatola cranica scatenando degli effetti collaterali comportamentali legati alla sfera dell'aggressività, spingendo il cane a non riconoscere più i membri della sua famiglia e ad aggredirli. Sempre la leggenda narra che, una volta che il Dobermann arriva a questo stadio, l'unica soluzione sia la sua soppressione. 

Ovviamente si tratta di una bizzarra leggenda, il Dobermann non è un cane nato in laboratorio, ma è una razza che è stata creata da diversi incroci tra razze di cani selezionate per alcune caratteristiche caratteriali e l'attaccamento all'uomo.

Alla creazione del Dobermann hanno contribuito: il Pincher Tedesco, il Beauceron, il Manchester Terrier, il cane da macellaio ovvero l'antenato del Rottweiler, lo stoppelhopser, antenato del Pastore Tedesco, ed il Levriero Greyhound.

La parte della leggenda legata alla crescita del cervello all'interno della scatola cranica, oltre a non essere assolutamente vera è ulteriormente inverosimile se si andasse ad analizzare da un punto di vista fisiologico, se il cervello a una certa età crescesse in maniera incontrollata il cane non avrebbe un comportamento aggressivo ma una gravissima serie di problemi motori dovuti alla compressione della massa celebrale nel cranio che porterebbe l'animale a una veloce paralisi ed alla morte.

L'origine di questa leggenda è verosimilmente legata ad una malattia genetica di cui purtroppo il Dobermann è affetto e che in passato senza avere a disposizione determinati strumenti era molto difficile da riscontrare e di conseguenza curare, stiamo parlando della sindrome di Wobbler o Spondilomielopatia cervicale caudale (SMC).

Le spondilomielopatie sono un gruppo di patologie vertebrali che colpiscono principalmente cani di media e grande taglia, tra cui il Dobermann, nel tratto cervicale, questo tipo di patologie possono comparire nei cani adulti, in maniera graduale oppure improvvisa, e sono notevolmente dolorose.

Oggi viene riscontrata sottoponendo il cane a risonanza magnetica o TAC, è plausibile che in mancanza di una diagnostica adeguata in passato, possa aver dato adito a questa leggenda sulla razza.

Il Dobermann non è un cane che impazzisce, non è un cane cattivo, anzi è uno dei cani più affidabili che ci sia e tutte le persone che ne possiedono uno possono testimoniare la sua assoluta bontà e lealtà nei confronti del suo umano e della sua famiglia. 



A livello puramente informativo e culturale, per aiutare nel comprendere meglio le varie motivazioni che spingono qualsiasi razza di cane ad essere aggressivo riporto di seguito la lista dei vari tipi di aggressività con annesse le motivazioni:

- Aggressività intra-specifica: è diretta ad un individuo della stessa specie. Questo tipo di aggressività in natura ha diverse motivazioni: difesa del cibo, difesa dei confini del territorio, difesa della prole, selezione dei riproduttori migliori. L’aggressività non deve quindi essere considerata un comportamento sociale anomalo, in quanto considerata in natura utile alla conservazione della specie.

- Aggressività inter-specifica: si manifesta tra animali appartenenti a specie diverse, ad esempio tra prede e predatori, nel caso del cane domestico oltre ad altri tipi di animali si dovrebbe includere anche l'uomo, anche se nel rapporto tra uomo e cane, il modulo comportamentale con cui si manifesta l'aggressività è più vicino a quello intra-specifico: il cane, infatti, per effetto del processo di addomesticamento ritiene di formare con l'uomo un unico gruppo sociale.

- Aggressività prossemica: è una forma di aggressività diretta agli estranei non appartenenti al branco famiglia, si manifesta quando viene oltrepassato e invaso uno spazio individuale o intimo.

- Aggressività predatoria: nasce dall'impulso di seguire una preda in movimento, diventa un comportamento anomalo nel momento in cui viene rivolta a bambini, ciclisti o runner e qualsiasi cosa che abbia andatura rapida o movimenti veloci.

- Aggressività da dominanza: è legata al rapporto gerarchico che normalmente si instaura tra i componenti della famiglia e il cane. Il problema nasce quando il cane crescendo ritiene di dover rimettere in discussione il suo ruolo e cerca di dominare uno o più membri della famiglia.

- Aggressività da dolore: reazione istintiva per autodifesa.

- Aggressività idiopatica: reazione derivante da malattie o patologia non riconducibili a cause esterne.

- Aggressività da paura: si manifesta quando il cane dimostra paura esagerata verso un fattore esterno, ed inibita la via di fuga, non resta che reagire.

- Aggressività materna: si manifesta in difesa della prole.

- Aggressività territoriale: ha per scopo la difesa di uno spazio, se dopo una fase di intimidazione, l'intruso entra nel territorio, il cane lo attacca. 

- Aggressività protettiva: ha per scopo la difesa del proprietario e si manifesta verso persone o animali che tentano di avvicinarsi o interagire con la persona.

- Aggressività possessiva: si manifesta quando c'è in palio una risorsa, considerata interessante per il cane.

- Aggressività Appresa: comportamento appreso e memorizzato.

- Aggressività rediretta: si manifesta quando al cane viene impedito di reagire ad un determinato stimolo e quindi scarica tale aggressività su un oggetto o persona più vicino a lui, ma estranea allo stimolo che ha generato la reazione.

                                                                                            Anna Lorenza Berghella 

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